Abstract
Nella Turandot di Giacomo Puccini (prima rappresentazione: Teatro alla Scala, 25 aprile 1926), il notturno ricopre un duplice ruolo: da un lato, esso è il quadro diegetico della narrazione; dall’altro, è simbolo della metamorfosi interiore della protagonista, la principessa cinese Turandot. L’articolo dettaglia tale duplice significato analizzando come esso prenda forma nel corso dell’opera. Al riguardo, vengono studiate tre possibili declinazione della notte di Turandot: quella poetica (libretto), quella musicale (partitura) e quella scenica.
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