Abstract

Il presente contributo intende offrire una concettualizzazione di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento lavorativo differente rispetto alla narrazione dominante ispirata al paradigma della “moderna schiavitù”, che restringe il campo di analisi alla dimensione intersoggettiva di dominazione vittima-carnefice. Per indagare la complessità insita nelle pratiche e nelle relazioni di lavoro sotto analisi, di gran lunga più efficace si rivelerebbe l’utilizzo del concetto di “regime di controllo del lavoro” (RCL), in grado di spostare l’attenzione verso una nozione allargata di coercizione. Una tale prospettiva ci suggerisce di prendere in considerazione una pluralità di attori e processi che concorrono alla produzione e riproduzione delle condizioni che favoriscono la proliferazione dei fenomeni in esame, e quindi di ripensare gli strumenti di contrasto messi in campo sinora.

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