Abstract

Questo saggio ha per oggetto i provvedimenti disciplinari applicati a funzionari di polizia nel cinema poliziesco e nelle serie crime italiane. Tali misure vengono descritte dal cinema e dalla fiction come espedienti narrativi che mostrano un anti-eroe in conflitto con la società. Dal punto di vista dell’azione il personaggio assume connotati virtualmente sovversivi, ponendosi nei confronti della società come un creatore giuridico potenziale. Da un’analisi di estratti di film e serie tv, vengono esaminate le ragioni in base alle quali tale creazione giuridica non si realizza. Il comportamento del funzionario indica piuttosto il potenziale critico del genere poliziesco che si distacca dalla prospettiva dell’amusement per offrire spunti di riflessione sulla relazione tra etica dei principi e delle responsabilità. L’adozione di misure disciplinari offre l’immagine di un sistema giuridico intento a stabilizzare tensioni provenienti dall’ambiente sociale. Il reintegro in servizio del funzionario costituisce il culmine di un plot narrativo e un meccanismo riflessivo che il diritto elabora per ridefinire i propri confini accettando un determinato livello di discrezionalità da parte del funzionario sottoposto a misura disciplinare.

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