Abstract

Centuria, il metaromanzo di Giorgio Manganelli apparso nel 1979, è (usando le parole di Italo Calvino) un’enciclopedia aperta. Scaturita al tempo stesso da un evidente scetticismo epistemologico e da un’idea di elaborazione letteraria più problematica, l’enciclopedia aperta si regge sull’equilibrio precario tra una forza centrifuga, fonte di una pluralità di storie e vicende potenzialmente infinite; e una forza centripeta, che si occupa al contrario della loro sistemazione all’interno di una rigida struttura. Questo saggio si propone di isolare i due poli di questo congegno narrativo paradossale, rispettivamente mettendo a fuoco: per le forze strutturanti, il rapporto con alcune opere di consultazione (dizionario, enciclopedia); per le forze disgreganti, la ricorrenza di specifici ‘meccanismi di pluralizzazione’ narrativa quali il ri-uso di materiale mutuato da opere precedenti, un’istanza enunciativa ipotetica e congetturale, la predilezione per i temi dell’attesa e della potenzialità degli eventi, e infine la ricorrenza dei concetti di elenco, schema e catalogo.

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