Abstract

Questo contributo affronta il concetto di cittadinanza affettiva per interpretare le trasformazioni sociali, affettive e politiche prodotte dalle migrazioni forza-te. Il concetto mette in luce come ogni politica prefiguri implicitamente model-li relazionali che prescrivono ai cittadini cosa devono provare verso sé stessi, verso gli altri e verso gli "esterni". Se molti studi si sono focalizzati sul modo in cui si può "governare attraverso l'affetto", ben pochi si sono concentrati sul modo in cui attraverso le emozioni si possono trasformare i confini morali che alternativamente includono ed escludono. Questo articolo, analizzando il coinvolgimento solidale dei membri della società civile nei confronti di mi-granti, richiedenti asilo e rifugiati, esplora le condizioni in cui l'affetto emerge da rotture di abitudini consolidate, trasformando i confini morali che sosten-gono e legittimano disuguali distribuzioni di risorse, potere e diritti tra gli in-dividui.

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