Abstract

Il saggio si sofferma sulla celebre formula amor de lonh nel vers Lanquan li jorn di Jaufre Rudel. Il meccanismo strutturale del componimento appare costruito sul mot-refrain lonh e il sintagma amor de lonh utilizzati prima con aequivocatio e poi con ripresa anaforica, rispettivamente nelle coblas I-V e VI-VII. Tale dato e rimandi testuali quali il longinquus amor di Properzio – già additato da Roncaglia e Patrizia Onesta come vero e proprio topos letterario utilizzato nella lirica di Jaufre – e gli amors loingtaignes del Lai d'Aristote farebbero ipotizzare che Lanquan li jorn utilizzi il sintagma poi cristallizzatosi e di enorme e inuguagliato successo letterario nell'accezione temporale di "amore costante, durevole, di lungo corso".

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