Abstract
Il trapianto di pene è un intervento ancora sperimentale e alternativo alla fal-loplastica. Questo trattamento presenta maggiori benefici, ma anche maggiori ri-schi per i riceventi dell'organo e gli effetti a lungo termine sono ancora sconosciuti. Ad oggi ci sono stati solo cinque casi al mondo e quasi tutti hanno dato risultati incoraggianti sia dal punto di vista fisiologico che psicosessuale. La perdita del pe-ne può essere vissuta come un trauma che porta le persone ad isolarsi e, in alcuni contesti culturali, ad essere stigmatizzate, e questo ha conseguenze sulla sfera psi-cologica, sessuale, sociale e relazionale della persona, sia per il forte valore simbo-lico del pene, sia per la sua funzione anatomica. È importante indagare le fantasie e le aspettative sia del ricevente affinché all'intervento non venga associato un effetto miracoloso, che del personale medico affinché ci sia una comunicazione chiara con il paziente su rischi, benefici e possibili alternative. È consigliato un pro-cesso di valutazione psicosessuale del paziente in modo che possano essere valu-tate le sue risorse intrapersonali e interpersonali poiché l'intero iter terapeutico è lungo e difficoltoso per via del suo impatto sull'identità della persona e del lavoro di integrazione del nuovo organo nel Sé. Quindi è importante, laddove è possibile, rendere partecipe del percorso anche famiglia e partner. La figura dello psicoses-suologo è quindi fondamentale sia per la natura intima del trattamento, sia per gli aspetti della vita coinvolti e il suo coinvolgimento è consigliato per tutto l'iter tera-peutico per ridurre le possibilità di un rigetto psicologico and il sorgere di disagi psi-cosessuali.
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