Abstract

Il saggio esamina la giurisprudenza in materia di licenziamento della persona con disabilità per superamento del comporto, affrontando specificamente la questione della conoscenza o conoscibilità, in capo al datore di lavoro, di tale condizione. In particolare, esso si concentra su un aspetto non ancora sviscerato dalla Corte di cassazione, che è quello della sorte del recesso intimato per superamento del comporto ordinario, a causa dell'ignoranza incolpevole del datore di lavoro. Sul punto, il saggio si propone di dimostrare come – alla luce delle categorie civilistiche della responsabilità contrattuale e dell'insegnamento della Corte costituzionale – in un caso siffatto il lavoratore abbia comunque diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro, oltre al pagamento della penale delle cinque mensilità, che non sarebbe dovuta solamente in ipotesi di comportamento ostruzionistico del lavoratore medesimo.

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