Abstract

L’articolo si concentra sugli aspetti identitari e sulla rappresentazione dell’alterità nel romanzo di Laila Wadia, "Amiche per la pelle". Nell’immaginario edificio di Via Ungaretti a Trieste, dove è ambientata la vicenda, convivono diverse tipologie di personaggi appartenenti a varie nazionalità: italiana, albanese, bosniaca, cinese e indiana. Il pluralismo e la diversità che caratterizzano i protagonisti offrono una descrizione complessa degli stranieri che non sono definiti in modo fisso e stereotipato, bensì come personalità ibride, multiculturali e in continua evoluzione. Nel testo sono approfonditi gli aspetti che definiscono l’identità multipla dei personaggi principali, le tappe e le difficoltà riscontrate nel lungo processo d’integrazione nella società italiana (l’apprendimento della lingua e dei costumi locali, la difficoltà nel trovare un alloggio e un lavoro adeguati, il razzismo e i pregiudizi di cui sono vittime, ma anche la solidarietà dimostrata da parte di alcuni italiani). Sono ugualmente analizzati i pregiudizi e i luoghi comuni attribuiti agli stranieri da parte degli abitanti nativi e lo sguardo degli immigrati nei confronti della loro nuova patria.

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