E possibile intendere l’essere di Parmenide come la ‘totalita dell’esistente’. L’intuizione di Parmenide e che l’essere e un continuum compatto (fr. 4), e egli fornisce una dimostrazione logica di questa intuizione riconoscendo che il non-essere, che solo potrebbe dividere l’esistente in una molteplicita di esseri, non esiste. Di conseguenza, la conoscenza dell’essere puo soltanto essere l’apprendimento della totalita dell’essere nel suo insieme – una forma di conoscenza che e inconcepibile per l’uomo. La conoscenza umana si articola sempre in concetti, immagini, relazioni¬…, espresse da nomi, parole. Gli uomini dunque non colgono l’essere stesso ma, al piu, alcuni limitati aspetti di una minima parte di esso, come appaiono da prospettive umane e personali. Parmenide attribuisce l’epiteto ‘dalla doppia testa’ a quei mortali che pretendono che le loro verita rappresentino la realta dell’essere, perche questa pretesa implicherebbe l’esistenza insieme dell’essere e del non-essere. Questa concezione epistemologica e l’unico risultato che conti dell’ontologia di Parmenide. L’epistemologia di Parmenide scioglie molti degli enigmi filosofici del suo tempo, mostra che i cosiddetti paradossi di Zenone sono argomenti validi e prefigura le dottrine di Protagora e Gorgia.