In questo saggio l’autore analizza la presenza dell’omosessualità, nonché dei suoi equivalenti simbolici della virilità lesa o diminuita, nella narrativa di Giorgio Bassani. In tale direzione, i testi bassaniani più significativi vengono considerati Gli occhiali d’oro (in cui il tragico protagonista è un omosessuale), Dietro la porta e L’airone, ma anche la figura di Alberto (e, in parte, dello stesso protagonista) nel Giardino dei Finzi-Contini e quella di Barilari in Una notte del ’43 sono oggetto di interpretazione tematica. L’autore del saggio cerca di mostrare che l’identità omosessuale non è da Bassani indagata in sé e legittimata ontologicamente, ma assume un puro valore di metafora dell’esclusione, anche violenta, quella che parallelamente colpì l’identità ebraica dopo l’emanazione delle leggi razziali in Italia. Secondo questa angolazione di lettura, il dubbio sulla “conformità” della propria sessualità, il timore di un’omologazione di essa agli stereotipi della propaganda di regime o (in Dietro la Porta) la proiezione liberatoria di questi ultimi su un personaggio antagonistico / alteregoico, sembrano abitare i protagonisti dei romanzi e dei racconti succitati e produrre, coi loro interrogativi deviati o elusi, i tormenti della falsa coscienza.
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