Abstract

Lo scopo di questo articolo è analizzare il mito delle Amazzoni del Nuovo Mondo nei poemi epici italiani del Rinascimento. L’ambito di studio va dalla scoperta dell’America fino alla prima metà del XVII secolo, in quanto oggetto di ricerca sarà la percezione del mito che seguì immediatamente le grandi scoperte geografiche. La prima parte presenta una storia del mito focalizzata in particolare sul ritardo, rispetto alle notizie che gli scrittori avevano a disposizione, nell’introduzione delle Amazzoni americane nei poemi. I poeti infatti non riescono né ad allontanarsi dalla tradizione classica, che voleva le Amazzoni posizionate per lo più in Asia ed Africa, né a prendere le distanze dall’auctoritas storica dei repertori di viaggio. Nella seconda parte vengono presi in considerazione i primi due poemi epici, completi e in italiano, interamente dedicati alla scoperta, che restano tra i più importanti del ciclo americano: il "Mondo nuovo" di Giovanni Giorgini (1596) e il "Mondo nuovo" di Tommaso Stigliani (1617, 1628). In queste opere le Amazzoni cominciano ad avere uno spessore letterario e gli autori riescono, in parte, a superare un approccio di totale subordinazione alle fonti storiografiche usando le guerriere per inserirsi nel dibattito sulle donne che era molto in voga in quegli anni. Nell’ultima parte si mette in luce come, nei poemi sull’America, le Amazzoni vengano utilizzate per raccontare la realtà italiana, più che per dare ai lettori l’idea di un’alterità lontana e sconosciuta. Le Amazzoni finiscono così con il rappresentare le categorie sociali del tempo, rispecchiando le identità politiche e culturali delle donne nelle corti rinascimentali e barocche.

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