Abstract

La sociologia della cultura ha definito il trauma culturale come una condizione in cui i membri di una collettivitàsentono di essere stati sottoposti ad un evento orribile che ha lasciato tracce indelebili sulla loro coscienza di gruppoe che ha segnato per sempre le loro memorie, cambiando la loro futura identità in un modo fondamentale eirrevocabile. Gli eventi catastrofici legati alla pandemia da coronavirus, potrebbero certamente aver prodotto ferite ecicatrici nel tessuto collettivo. In questo saggio, ci poniamo due obiettivi distinti, ma intrecciati. Da una parte, vogliamo mostrare le numerose criticità che hanno contraddistinto la comunicazione prodotta in Italia nel corso della pandemia. Dall’altra, intendiamo mostrare come tale criticità possano determinare un trauma culturale diffuso. In particolare, intendiamo mostrare come quest’ultimo possa nascere, allo stesso tempo, da un utilizzo distorto della memoria pubblica e dalla produzione di una memoria basata su un immaginario catastrofico traumatogeno.

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