Abstract

Il libro di Ester nella tradizione ebraica riveste un ruolo estremamente importante. Esso insegna come, con l’aiuto di Dio, è possibile che un evento disastroso, come il piano architettato dal perfido ministro Haman per distruggere il popolo ebraico, si ribalti in un evento gioioso e riservi un lieto fine. Per questa ragione, nella storia ebraica, troppo spesso segnata da persecuzioni ed emarginazione, le vicende narrate in questo libro biblico divennero un fondamentale modello di pensiero e comportamento, per dare speranza e conforto al popolo. La memoria di questi eventi si rinnova ogni anno nella festa di Purim, il cui evento centrale è la lettura della Megillat-Ester (“il Libro di Ester”). Nella Provenza della prima metà del Trecento, il tema di Ester comincia a ricevere un’attenzione particolare. In quest’epoca e luogo sono composti testi in ebraico, come trattati esegetici, poesie religiose, parodie, ed anche parafrasi in giudeo-provenzale del libro biblico. Queste parafrasi, in versi e in rima, sono rielaborazioni letterarie pensate per essere recitate durante la festa di Purim. In questo contributo, sono analizzate le varie possibili rese in giudeo-provenzale dei versetti 1-6 del primo capitolo del Libro di Ester. Questi primi versetti, che descrivono la città di Susa e i banchetti che il re approntò nel giardino del suo palazzo, sono stati ampiamente commentati e diversamente interpretati, per via della loro difficoltà, dovuta alla sinteticità dell’originale e all’abbondanza di termini rari e oscuri. Attraverso una indagine comparata sulle scelte traduttorie e sulle fonti, risulta chiaro come queste parafrasi, per quanto create per un intento letterario e performativo, riflettano al contempo le posizioni degli autori in materia di esegesi del testo biblico. Infine, è presentata anche la traduzione provenzale “cristiana” di Est. 1:1-6, conservata nel ms. Paris, BNF, 2426 (XV sec.). La comparazione tra versioni provenienti da ambienti tanto diversi permette di cogliere come la traduzione sia un processo condizionato dal contesto del traduttore, dal messaggio che egli vuole veicolare, dalla tradizione in cui si riconosce. Tuttavia, a ispirare tanti testi su Ester (cristiani ed ebrei) nella Provenza tra Trecento e Quattrocento, potrebbe essere stata anche una identificazione tra re Assuero e il suo lussuoso palazzo nella capitale Susa e la corte pontificia di Avignone.

Full Text
Published version (Free)

Talk to us

Join us for a 30 min session where you can share your feedback and ask us any queries you have

Schedule a call