Abstract
La riflessione politica di Francesco di Meyronnes (m. 1328) contiene un’elaborazione personale connessa ai concetti di sottomissione (subiectio) e obbedienza (oboedientia), e si inscrive all’interno del pensiero teologico-politico del suo tempo, dove il dibattito sul potere assume forme e direzioni molto diverse. Nei suoi scritti, la concezione politica di Meyronnes è espressa attraverso analogie cosmologiche, naturalistiche e metafisiche, in cui il dato filosofico e quello religioso si riverberano all’interno di un discorso circolare che da Dio va all’uomo e dall’uomo a Dio. L’interrogazione dell’uomo, rivolta al funzionamento di ciò che sta al di sopra, ricerca l’ordine migliore tra i vari tipi di potere. Tra potere spirituale e potere temporale esiste un nesso che muove il secondo termine al primo “sicut ad finem”, e grazie ad esso viene nobilitato. L’obbedienza (oboedientia) di uno all’altro, che implica sottomissione (subiectio) – pur trovando il proprio fondamento implicito nello ius naturale e nella lex divina – non avviene se non per mezzo di un atto volontario.
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