Abstract

Il fascino delle utopie č stato e continua ad essere fecondo terreno di confronto per intellettuali, scrittori ed architetti. L'iterazione dell'uso di questo strumento di prefigurazione in campo progettuale ha generato una "abitudine alla provocazione" architettonica al punto da definire una normalitŕ dell'utopia. Questo progetto vuole lanciare una provocazione altrettanto forte affidandosi agli strumenti della disciplina architettonica. Una provocazione che propone delle soluzioni progettuali per una Gerusalemme del futuro dove il conflitto non č la caratteristica predominante della cittŕ. Un futuro di pace senza una data precisa. Un futuro dove i temi possono essere lo sviluppo, il benessere e la qualitŕ.

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