Abstract

L’autore ha studiato a fondo, a cominciare dagli anni ’90, la toponomastica e l’antica antroponimia del Territorio di Monfalcone. Dopo la pubblicazione della II edizione dell’opera (P 2010) le ricerche sono continuate e hanno sempre confermato quei primi risultati. In pratica questo angolo sud-orientale del Friuli rientrò almeno fino a tutto il sec. XV nella Slavia submersa, con una maggioranza di abitanti slavofoni ed una minoranza parlante un dialetto friulano che si situava morfologicamente fra quello centrale e le antiche e scomparse parlate friulaneggianti di Trieste e Muggia. Nell’articolo si ripresentano brevemente molti nomi di persone e di luoghi di Pieris e Begliano (oggi Comune di S. Canzian d’Isonzo), con alcuni nuovi dati emersi ultimamente: per esempio sull’attuale località Isola Morosini (nel sec. XV Otoch) che apparteneva in età medievale all’Abbazia benedettina di Moggio. Viene rivista anche l’etimologia del nome della località di Begliano, lasciata in sospeso nei lavori precedenti fra l’opzione predialistica romana (*Bellius) e quella paleoslava (*Beljan o *Beljani); assegnando questo toponimo allo strato linguistico slavo. Bisogna distinguere però questo strato sloveno medievale da uno successivo, rappresentato essenzialmente da nomi e soprannomi di persone immigrate nel Monfalconese fra la fine del sec. XV e il sec. XVII. Gente di origine balcanica (sclabonus sive bisiacus) che fuggiva dalle invasioni turche ed entrava in un angolo di Friuli soggetto a Venezia. I tre villaggi erano vicini all’antico traghetto (zopum) di Pieris sul fiume Isonzo e la parte finale dell’articolo è dedicata alla discussione sull’etimo del termine friulano çòp/zòpul ‘piroga’ (slov. dial. čupa), su cui era intervenuto uno scrittore di Trieste proponendo un’origine slovena. L’autore dell’articolo mostra invece come non si possa facilmente disgiungere il termine çop/zop da tutta una trafila di voci, ben attestate nell’area romanza del nord-est italiano (compresa la lingua dalmatica oggi estinta). Voci che sembrano tutte gravitare attorno al semantema “ceppo, legno scavato” e che potrebbero in ultima analisi essere di lontana origine prelatina.

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