Abstract

Partendo dalle indagini circa la riscoperta traduzione della prima Pitica pindarica di P. Baffi, il presente contributo fornisce, dopo una sommaria introduzione, un breve status quaestionis circa tale soggetto (Cap. 1.1) ed offre un primo studio analitico e ragionato circa le caratteristiche metriche della versione di Baffi presentandone un prospetto della ratio metrica (Cap. 1.2). Per favorirne poi una più corretta contestualizzazione si procederà ad indagare gli schemi metrico-ritmici e la versificazione delle altre traduzioni italiane nel periodo compreso tra il 1631 ed il 1824, ovvero degli autori ad egli precedenti (Cap. 2.1) e successivi (sino al 1824) (Cap. 2.2), al fine di porre in rilievo canonicità, variazioni ed evoluzioni metriche, compositive ed ideali circa la resa di questo noto componimento pindarico attraverso dei sommari appunti conclusivi (Cap. 3). In appendice, a conclusione del contributo sarà fornita la trascrizione integrale della versione baffiana corredata da apparato critico e successivamente la bibliografia generale.

Highlights

  • Sunto Partendo dalle indagini circa la riscoperta traduzione della prima Pitica pindarica di P

  • In order to favor a more correct contextualization, it will be proceed to investigate the metric-rhythmic patterns and the versification of the other Italian translations in the period between 1631 and 1824, or of the previous authors and later (Chap. 2), in order to highlight canonicity, metric, compositional and ideal variations and evolutions concerning the rendering of this famous Pindaric composition through summary concluding notes

  • Se in Francia lo Statuto del 1598 prescriveva lo studio di Pindaro nell’insegnamento superiore7, in Germania un vero punto chiave fu il lavoro di Schmid (16168), che in Italia verrà ben tenuto in considerazione specie da Adimari nelle sue traduzioni delle Odi pindariche nel 16319, a cui seguirono pure diverse traduzioni italiane10

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Summary

Mazari 1776

In questa sezione ci si occuperà dell’analisi metrica (e ritmica) della traduzione della prima Pitica pindarica di Baffi (di cui si veda la trascrizione in appendice). Se in Francia lo Statuto del 1598 prescriveva lo studio di Pindaro nell’insegnamento superiore, in Germania un vero punto chiave fu il lavoro di Schmid (16168), che in Italia verrà ben tenuto in considerazione specie da Adimari nelle sue traduzioni delle Odi pindariche nel 16319, a cui seguirono pure diverse traduzioni italiane. Dopo questa breve ma necessaria messa a fuoco, ecco di seguito le traduzioni in lingua italiana della prima Pitica di Pindaro (nel periodo compreso tra il 1631 ed il 1824): Adimari 163113; Gautier 176514; Mazari 177615; Stellini 178216; Jerocades 179017. Schema sinottico della distribuzione rimica e sillabica della traduzione della I Pitica di Baffi n

B11 B7 A11 C7 D7 C11 D7 A7 B11 B7 A11 C7 D7 C11 D7 A7 B11 B7 A11 C7 D7 C11 D7
G11 H7 H11
29 Sempre a Gautier 1765
Appunti conclusivi
25 Alto miracol strano
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