Abstract

Eccezion fatta per un mottetto di Busnois e una messa perduta di Du Fay, la figura di s. Antonio abate non ha dato luogo a opere musicali di grande importanza. Il fatto e degno di nota considerando il rilievo acquisito lungo tutto il Medioevo dal santo taumaturgo e la capillarita della rete di ospedali antoniani diffusa sulle vie dell’Europa occidentale. Rea- lizzati da Giacomo Jaquerio intorno al 1415, gli affreschi della Precettoria di S. Antonio di Ranverso (Torino) presentano un ciclo di episodi al cui interno spicca quello delle Ten- tazioni. Un messale compilato per l’uso locale intorno al 1420 custodisce il testo di un versetto ( «O Anthoni, expulsor demonum» ) che consente di integrare e rettificare quello intonato in un mottetto adespoto trasmesso da un manoscritto compilato in area veneta intorno al 1440. La circostanza consente di ipotizzare una circolazione di testi antoniani anche in un’area periferica rispetto al tracciato della Via Francigena, itinerario lungo cui si dispongono le sedi principali dell’ordine.

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