Abstract
The inscription consists of an official letter, dated to the reign of king Antiochus I, sent by Evandros to Andragoras and Apollodotos, Seleucid officials, regarding the deed of manumission of the slave Hermaios, consecrated to the god Sarapis, and his exposure into the Sarapis sanctuary. The provenance of the stone, photographed by Ghirshman in 1959 in Teheran, is uncertain, however it can be considered Hyrcania, modern Gorgān. Andragoras, one of the addressees, might coincide with Andragoras, the satrap of Parthia and Hyrcania in the middle of the III century BC, defeated by king Arsaces I.
Highlights
The inscription consists of an official letter, dated to the reign of king Antiochus I, sent by Evandros to Andragoras and Apollodotos, Seleucid officials, regarding the deed of manumission of the slave Hermaios, consecrated to the god Sarapis, and his exposure into the Sarapis sanctuary
«The Decay of the Iranian Empire of the Seleucids and the Chronology of the Parthian Beginnings»
Summary
L’iscrizione si apre con la formula tipica dell’epistola ufficiale, Εὔανδρος Ἀνδραγόραι | Ἀπολλοδότωι χαῖρειν (ll. 1-2): Evandros notifica ad Andragoras e ad Apollodotos la manomissione dello schiavo Hermaios. Identica a quella che si trova nell’iscrizione in esame è la formula di manomissione presente in una settantina di atti di affrancamento provenienti da Cheronea e da Orchomenos in Beozia, risalenti al III-II secolo a.C., nei quali gli schiavi vengono resi liberi e consacrati a Sarapis.. Di tale struttura si trovano numerosi esempi a Susa-Seleucia sull’Eulaios, dove gli schiavi liberati vengono consacrati alla dea Nanaia, e in un caso ad Apollo e ad Artemide Daittai, per la salvezza dei sovrani seleucidi, ὑπὲρ βασιλέως καὶ βασιλίσσης σωτηρίας. Mentre gli atti di affrancamento di Susa-Seleucia sull’Eulaios costituiscono l’atto stesso esposto nel santuario, l’iscrizione qui presentata costituisce il rendiconto dell’atto 76, 159): la natura giuridica del documento è una lettera ufficiale che notifica l’atto di manomissione, mentre l’atto vero e proprio doveva essere esposto nel tempio di Sarapis (cf Guarducci, EG III, 278). Mentre gli atti di affrancamento di Susa-Seleucia sull’Eulaios costituiscono l’atto stesso esposto nel santuario, l’iscrizione qui presentata costituisce il rendiconto dell’atto (cf. Rougemont, IGIAC nr. 76, 159): la natura giuridica del documento è una lettera ufficiale che notifica l’atto di manomissione, mentre l’atto vero e proprio doveva essere esposto nel tempio di Sarapis (cf. Guarducci, EG III, 278).
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