Abstract

Al referendum del 2 giugno 1946, la Repubblica prevalse sulla Monarchia. Questo segnò uno spartiacque nella storia italiana, anche se gli elettori apparvero fortemente divisi lungo le linee territoriali, data la maggioranza conquistata dai monarchici nel Sud e in parte nel Centro del Paese. L'autore ricostruisce il complesso processo decisionale che ha portato i nuovi partiti politici italiani a dare all'elettorato, piuttosto che all'Assemblea Costituente contestualmente eletta, la possibilità di decidere sulla questione. In particolare, il saggio tenta di spiegare perché tale scelta, formalmente sancita dal decreto legislativo del tenente del 16 marzo 1946, n. 98, abbia comportato il rischio di una profonda divisione del Paese. E come, nonostante tale rischio, i protagonisti del nuovo sistema politico abbiano finalmente raggiunto la consapevolezza che si deve dare fiducia agli elettori per preparare un futuro costituzionale comune.

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