Abstract

L’articolo analizza la recente legge italiana sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) dal punto di vista del rapporto tra bioetica e diritto, soffermandosi in particolare sulla discussione dei diversi e contrapposti paradigmi biogiuridici ossia sui modi di concepire l’intervento e la funzione del diritto, in senso legislativo, nell’ambito della bioetica (il modello “neutrale o liberale” e il modello “etico minimo o della giustizia”).
 Il lavoro analizza in modo critico (dal punto di vista della filosofia del diritto) i principali argomenti della legge (la soggettività del nascituro e il ruolo della famiglia) al fine di mettere in evidenza i punti rispondenti e gli elementi non rispondenti al significato del diritto secondo giustizia.

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