Abstract

Il saggio analizza la rivista milanese «L’Erba voglio» (1971-1977) nel contesto della stagione dei movimenti, ricostruendo la rete dei rapporti culturali, politici e personali alla base della sua nascita e della sua circolazione nell’Italia degli anni Settanta. Attraverso le biografie e gli scritti di Elvio Fachinelli, Lea Melandri e Luisa Muraro l’articolo si interroga sulle periodizzazioni, sui nessi e sulle divergenze tra anti-autoritarismo, psicanalisi e femminismo, sui rapporti tra i generi e le generazioni nell’arco di tempo compreso tra il “lungo ’68” del movimento studentesco ed operaio, il neofemminismo dei gruppi e dei collettivi, e il movimento studentesco e giovanile del 1977. Proponendosi come un laboratorio di esperienze individuali e collettive, in dialogo con l’area vasta dei movimenti ma critico verso le ideologie dei partiti e i settarismi dei gruppi extraparlamentari, la rivista rappresenta un osservatorio privilegiato dei desideri, delle sperimentazioni e delle delusioni vissute da uomini e donne in un contesto urbano dinamico, conflittuale e violento.

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