Abstract

Al manoscritto agiografico detto «leggendario di Torino» è stato dedicato nel 2014 un volume di contributi di più specialisti coordinati da Monique Goullet, autrice anche di alcuni saggi. Dato l'ampio raggio e l'alto livello di tali contributi, qui si vogliono solo proporre alcune riflessioni su quattro aspetti del leggendario: a) il rapporto tra confezione del manoscritto, avvenuta in più fasi, e distribuzione delle mani impegnate a scriverlo con riferimento alla tipologia dei modelli utilizzati; b) la cosiddetta scrittura ab, in cui il codice è vergato e che consente di stabilirne la datazione tra il 780 e l'826 circa; c) il sistema interpuntivo e i motivi del suo evolversi in età carolingia; d) la destinazione del leggendario, che può essere stato prodotto per un individuo interessato alla lettura, ma senza escludere che si tratti di un manoscritto offerto come pio dono a un monastero e destinato soltanto ad accrescere il patrimonio librario di quest'ultimo.

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