Abstract

L'articolo intende ricostruire come nacque e prese forma il "Dizionario mussoliniano", un prontuario pubblicato da Hoepli nel 1939 e introdotto dai giornalisti fascisti Giorgio Pini e Bruno Biancini. Attraverso gli scambi epistolari intercorsi tra la casa editrice e i due curatori viene ripercorsa la genesi del progetto editoriale sulle parole di Benito Mussolini, mettendo a fuoco gli intenti e i criteri adottati per redigere il volume. Successivamente l'indagine si concentra sui lemmi contenuti nel "Dizionario mussoliniano", un approfondimento finalizzato a mostrare la natura ibrida del prontuario, che mescolava elementi originali con la ripresa di modelli precedenti: la stessa uscita del libro provoca le prime controversie sul carattere inedito del "Dizionario mussoliniano". Per spiegare lo sviluppo e l'affermazione del lessico mussoliniano è stata poi svolta un'indagine sull'impiego delle parole del duce all'interno della stampa e degli istituti scolastici. L'autore sostiene che il "Dizionario mussoliniano" fissasse un codice culturale che perdurò anche dopo la caduta del regime.

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