Abstract

L’articolo analizza la traiettoria intellettuale e politica di Giovanni Pirelli (1918-1973) alla luce del suo impegno di intellettuale e militante anticolonialista. Dal soutien alla lotta di liberazione algerina alla fine degli anni Cinquanta – in una Milano fortemente coinvolta nella solidarietà al FLN – alla radicalizzazione terzomondista della seconda metà degli anni Sessanta, Pirelli ha infatti rappresentato un importante punto di riferimento per il composito ed eterogeneo arcipelago della cosiddetta “nuova sinistra”. Grazie alla disponibilità del suo prezioso archivio personale, negli ultimi anni la storiografia sull’anticolonialismo ha saputo infatti finalmente restituire l’impegno di Pirelli alla sua dimensione internazionale, ricostruendone il ruolo cruciale nella diffusione del pensiero di Frantz Fanon in Europa e la funzione catalizzatrice di (contro)informazione e sostegno ai movimenti di liberazione anticoloniale, africani e non solo.

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