Abstract

I lavoratori migranti sono indispensabili per la tenuta del settore agroalimentare e il Covid-19 l'ha ulteriormente evidenziato. Le criticità sull'intermediazione del-la manodopera e sulle condizioni dei braccianti, però, continuano a persistere, nonostante la crescita di attenzione nelle politiche recenti a livello nazionale e regionale. Tra le soluzioni sperimentate rientrano le piattaforme digitali di in-crocio tra domanda e offerta di lavoro in agricoltura, che hanno un duplice obiettivo: rendere i processi produttivi più trasparenti per contrastare lo sfrutta-mento lavorativo e far fronte alla carenza di manodopera. Tuttavia, l'interesse degli utilizzatori potenziali è stato scarso. Questa ricerca pone l'attenzione sui fattori che hanno determinato lo scarso successo delle piattaforme digitali, in particolare sugli interessi e rischi percepiti dalle imprese. A questo scopo, vengo-no analizzati due casi studio: la piattaforma del progetto F.A.M.I. Buona Terra, implementata a Saluzzo (Piemonte) e l'applicazione Fair Labor attivata a Latina (Lazio).

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