Abstract

L’articolo si propone di riconsiderare due serie di disegni, una conservata alla Kunsthalle di Amburgo e l’altra presso il Museo Boijmans di Rotterdam, che costituiscono la prima testimonianza dell’esistenza del Schildersbent a Roma. Numerosi membri della prima generazione dei Bentvueghels degli anni venti del Seicento, sono stati formalmente identificati. Mettendoli in relazione con gli archivi romani, conosciamo la struttura progressiva della Bent alla fine del secondo decennio del XVII secolo. Tra il 1616 e il 1618 si stabiliscono i primi contatti tra gli artisti che successivamente faranno parte dell’associazione. A partire dal 1619 questi contatti si moltiplicarono, suggerendo che la Schildersbent fosse già attiva a partire da questa data. L’analisi dei disegni in relazione con le pratiche delle compagnie olandesi (milizie, gilde, etc.) ci invita a vedere nella Bent una riattivazione dell’organizzazione sociale delle province del nord Europa oltre che del loro patrimonio culturale. Rafforzando la loro identità di fiamminghi nello sguardo che gli italiani avevano su di loro, gli artisti del Bent sono stati altrettanto probabilmente spinti a coltivare un’arte fortemente influenzata dalle radici olandesi.

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