Per lungo tempo, la comunicazione è stata considerata un elemento secondario nella pratica medica e questo aspetto ha spesso inciso negativamente sulla relazione medico-paziente. A dimostrare ciò, vi sono molti studi i quali, volendo analizzare le mancanze che i pazienti lamentano maggiormente delle pratiche sanitarie, rilevano tra le principali proprio la poca cura da parte dei medici nel momento della comunicazione. Per sopperire a questa debolezza, una sempre più fiorente letteratura si è occupata di gettare luce su questo aspetto, mostrando ad esempio come una cattiva comunicazione possa ledere la fiducia e conseguentemente l’alleanza terapeutica, elemento essenziale della relazione medico-paziente. Una non meno fiorente produzione ha cercato inoltre di illuminare quali siano quei particolari tratti del carattere che, debitamente coltivati, favoriscono il buon agire dell’operatore sanitario. Tuttavia, curiosamente, questi due ambiti non sono stati fino ad ora messi in correlazione, se non indirettamente. Intento del presente lavoro è quello di illustrare il nesso che li lega, mostrando l’imprescindibilità dell’aspetto comunicativo nella pratica medica ed evidenziando quanto il risultato di una buona relazione medico-paziente dipenda dal modo in cui il professionista si pone entro la relazione di cura. Per questa ragione, utilizzando come paradigma la Virtue Ethics, nell’ultimo paragrafo di questo lavoro si propone una lista di virtù che, maturando nel professionista, possono rendere la pratica comunicativa una buona pratica.
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