Abstract

Son numerosas las analogías entre los grandes protagonistas de las páginas bíblicas y los héroes griegos de la épica arcaica y las heroínas del teatro clásico. En particular, la figura de la mujer del justo, perseguido injustamente e incomprendido precisamente por su incondicional fidelidad, está muy próxima a la del anti-héroe del teatro sofocleo, que se opone con fuerza a la elección del héroe en nombre de la mentalidad del hombre común; en ambos casos, de hecho, el resultado obtenido es exactamente el contrario de las expectativas, dado que ratifica la elección del justo/héroe, contribuyendo a acentuar aún más su aislamiento. Sobre este modelo literario, en consecuencia, podría haberse situado el personaje de su mujer en la historia de Job; de hecho, ella está ausente en la leyenda antigua que sirve de base al prólogo y al epílogo del libro bíblico. La Septuaginta antigua (Old Greek = OG) lo atestigua claramente con el añadido (vv. 9a-e) mediante el cual, algo después, la intervención de la mujer de Job quedó definida de manera más favorable, haciendo de ella una especia de anti-heroína, sobre el esquema dramático de Ismene y Crisótemis frente a sus respectivos héroes, en el teatro trágico de Sófocles. El Testamento de Job apreció esta elección y acentuó el papel de la mujer, reelaborando de manera benévola la imagen que de ella se muestra en la tradición de la Septuaginta.

Highlights

  • TRACES OF THE TRAGIC ANTI-HEROE IN THE ENIGMATIC WIFE OF JOB? THE BIBLICAL RE-USE OF A CLASSICAL DRAMATIC FORM.– There are many analogies between the great protagonists of the Hebrew Bible and the Greek heroes of the archaic epic poetry, and the heroines of the classical theater

  • The figure of the wife of a right man – victimized and misunderstood precisely because of his unconditional faithfulness – is very close to that of the anti-hero of Sophocles’s theater, which strongly objects to the hero choice in name of the mentality of the common man; in both cases, the result is just the opposite of expectations, since it confirms the choice of the righteous/hero, helping to increase even more his isolation

  • On this literary form, the character of his wife might have been placed in the story of Job; she was absent from the ancient legend that is the basis of the prologue and the epilogue, of the biblical book

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Summary

IL PROBLEMA LETTERARIO

Nell’intreccio della vicenda di Giobbe anche la moglie svolge una funzione non trascurabile, malgrado la brevità della menzione che le è riservata (Gb 2,9-10), dato che ella contribuisce a mettere in luce dettagli e aspetti significativi del racconto[1]. La moglie di Giobbe potrebbe dunque ricalcare questo modulo tragico soprattutto in OG, dove le parole decise che ella rivolge al marito, perché desista dal perseverare nell’accettazione delle sue dure prove, hanno una connotazione benevola, e suonano come un forte richiamo alla realtà, ora scandita per lei da fatiche e affanni Non si intende certo riprendere qui l’ipotesi controversa di un richiamo di Giobbe alla struttura della tragedia greca –ipotesi peraltro accantonata da tempo dalla critica– ,13 bensì esaminare la plausibilità che l’elemento tragico –presente talora nelle descrizioni di situazioni e personaggi persino della commedia antica –14 sia stato accolto nella traduzione greca (OG) del libro biblico, e abbia lasciato così qualche traccia nella raffigurazione della moglie del protagonista. Si tratterà perciò di verificare la fondatezza di quest’assunto mediante il confronto di Gb 2,9-10 con i possibili archetipi letterari del mondo classico a cui potrebbe essersi ispirato l’autore biblico nel tratteggiare la figura della moglie di Giobbe, per cogliere il senso effettivo del possibile riuso di questo schema drammatico

SPUNTI PER UN CONFRONTO
IL TESTAMENTO DI GIOBBE
L’antagonismo deLL’antieroe
UNA PROPOSTA ESEGETICA
ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
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