Abstract

In the Phaedrus, the expression τὰ γεγραμμένα φαῦλα ἀποδεῖξαι, „to demonstrate the inadequacy of its own written” could mean „to make a palinody.” The requirements to define someone as a philosopher that Socrates provides (Phdr. 278) describe in theoretical and normative form what the dialogue has already represented in its dramatic form. Plato has targeted the speech of Lysias and the first speech of Socrates as belonging to a literary genre that is still in statu nascendi: a sophistic conference in which the writing is supposed to be read aloud and there is established a particularl emotional relationship between the reader and listener with the subordination of the latter to the former. For Socrates this relationship should be different and the speeches as well as books should have a completely different intent, content and form: philosopher must offer to the one whom he loves a chaste and virtuous conduct: such conduct, in its imitation of the divine, is precisely what distinguishes him from other scholars: τιμιώτερα. The philosophical relationship must involve a different kind of reading: a silent one that can neutralize the deleterious and seductive effects of the voice. This does not imply, however, that all books are the same. Philosophical writing is not a palindrome on a statue, like a picture. Its qualifying element is the linear and irreversibile sequence. Time flows between one segment and the next. Thus, thoughts presented in writing move in space, whereas characters that have thoughts in them also move over time, changing and modifying themselves. That is precisely how philosophical writing, such as the platonic dialogue, can reproduce logos.

Highlights

  • (...) il ministro, per nascondere la sua lettera, era ricorso all’espediente più ingegnoso che si possa concepire da mente umana, il quale consisteva addirittura nel non tentare affatto di nasconderla

  • Queste spiegazioni muovono dall’assunto, implicito ma tutt’altro che pacifico, che le cose di maggior valore di cui il filosofo dispone siano relative alla sfera della comunicazione verbale, siano dottrine in forma di asserzioni o enunciati, o eventualmente anche la capacità di formulare nuove asserzioni e nuovi enunciati: in definitiva competenze ovvero performances comunicative (e in quanto tali, soggette alle limitazioni della comunicazione verbale)

  • Philosopher, conference, reader, listener, τιμιώτερα, silent reading, palindrome, picture, writing, dialogue

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Summary

La διατριβή sofistica

Tuttavia, che il paradigma formulato da Socrate riguardava il filosofo e i suoi scritti e componimenti. Come afferma Svenbro, è l’analogon del concedere l’atto sessuale e pertanto concedendo la propria voce ad un discorso altrui, il lettore si sottomette al desiderio di costui, seguendone di buon grado la traccia scritta, allora è evidente che, leggendo con piacere il libro di Lisia, Fedro si rivela essere proprio l’interlocutore cui il biblion si rivolge: il giovane cui Lisia consiglia di concedersi all’amante non appassionato, cioè allo stesso Lisia. Se queste osservazioni colgono nel vero, si comincia a comprendere la preoccupazione e il timore di Socrate mentre pronunciava quel primo discorso, gemello del discorso di Lisia, indegno ed empio per contenuto e per forma: egli teme che – avendo con ciò sbagliato nei confronti degli dèi – possa, come Ibico non ricevere τιμὰ πρὸς ἀνθρώπων l’onore presso gli uomini[51]. Come il teatro (e il fumetto, suo moderno discendente) alla fruizione visiva, dunque alla lettura con gli occhi

Conclusione
OPERE CITATE
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