Abstract

L’articolo, prendendo spunto da una espressione di Gianfranco Conti- ni che a proposito di Gadda parla di “rimpianto della letteratura perduta”, si ripropone di analizzare, ne La Cognizione del Dolore di Carlo Emilio Gadda, l’emersione di una nostalgia testuale verso quelli autori e quelle opere del passato in cui tra letteratura e mondo non si era ancora frapposto il sospetto, l’incomprensione che caratterizzeranno il XX secolo. Gli spazi, le forme e i modi attraverso cui questa nostalgia si fa sensibi- le dipendono dal complesso gioco intertestuale affidato al testo. Pastiche, citazione, traduzione sono tra le principali modalità che l’autore della Cognizione sceglie per tematizzare ambiguamente la discontinuità tra presente e passato. Dietro all’apparente sarcasmo e all’ironia con cui sono trattati gli autori catturati nella vertigine intertestu- ale il lettore potrà avvertire un sentimento di lontananza, rimpianto e nostalgia.

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