Abstract

Gran parte dei contributi attuali di etica ambientale soffrono di un approccio retorico regressivo, in quanto enfatizzano il potere distruttivo dell’uomo anziche le sue potenzialita costruttive: l’etica si trasforma cosi in “scienza triste”, chiamata a limitare le possibilita umane di intervenire sull’ambiente. Il tentativo di Arne Naess consiste nel riscattare da tale degradazione l’etica ambientale mediante un approccio retorico progressivo, fondato su una concezione relazionale dell’essere umano e dell’essere vivente. Il percorso intrapreso da Naess – ben esemplificato nello scritto Ecology, Community and Lifestyle – prende cosi avvio da una considerazione e da un’interpretazione dell’esperienza spontanea e giunge all’elaborazione di una semantica ad essa coerente. Il primo insegnamento che tale esperienza spontanea ci rivela e il nostro essere immersi in un contesto vitale relazionale, dal quale dipendiamo, e che continuamente ci forma e costituisce: per interpretare correttamente il nostro rapporto con gli altri esseri viventi occorre, dunque, accedere a quella che Naess chiama “Ontologia della Gestalt”. Tale ontologia necessita di nuove parole, che sappiano comunicare adeguatamente il nuovo sistema di pensiero: i termini “natura”, “ambiente”, “identificazione” e “auto-realizzazione” costituiscono alcuni esempi della semantica elaborata da Naess. L’ultimo passo compiuto dal filosofo norvegese consiste nell’elaborazione di un’ideologia pratica, ossia di un modello capace di indirizzare e di orientare in maniera positiva e propositiva l’azione umana, finalizzata allo stesso tempo alla realizzazione del se e alla fioritura del sistema nel quale ogni essere vivente e inserito: nasce cosi il Manifesto della Deep Ecology, perfetta sintesi di retorica progressiva. ---------- Most of the recent publications in environmental ethics are affected by a degenerative rhetoric, since they stress the human destructive power rather than its positive aptitude; in this regard, ethics becomes a “melancholic science”, as it drastically limits human impact on environment. Pointing out the intrinsic relational character of human beings and of other living beings by means of a progressive rhetoric, the philosopher Arne Naess tried to release ethics from this impasse. Naess’ speculation, thus, starts from an innovative consideration of spontaneous experience, in order to develop an adequate semantics, as he pointed out in Ecology, Community and Lifestyle. Spontaneous experience reveals us that we live in – and depend on – an intertwined set of relationships, which continuously constitutes and forms us. In order to correctly understand our relationship with other living beings we need to develop a Gestalt Ontology. This ontology requires new words to adequately spread the innovative system of thought: the terms “nature”, “environment”, “identification”, and “self-realization” represent a good example of Naess’ original semantics. Finally, we analyze the Deep Ecology Manifesto, which represents a successful case of progressive rhetoric, since it aims to positively steer human choices to self-realization and ecosystems’ flourishing.

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