Abstract
L’articolo parte da una riflessione intorno al tema dell’Interpretante in Peirce, inteso come intreccio di pratiche che determinano il processo di costruzione della verità. In secondo luogo, alla luce della filosofia di Carlo Sini, la nozione di Interpretante viene riletta nella prospettiva della sua occasione vivente: incarnazione finita e determinata che accade tra le discipline conoscitive e i corrispondenti abiti di risposta. Infine, viene ricordato il centro di formazione Mechrí – Laboratorio di Filosofia e Cultura come caso esemplificativo di una filosofia e una politica culturale ispirate al principio della transdisciplinarità.
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