Abstract

The paper reflects on the importance of preventing antisocial behavior and radicalization in young people, understanding the signs of extremism and how to interpret them in an attempt to determine how to counter these phenomena spread through the Internet and social media. In this perspective, as recommended in some documents issued by the European Institutions, we highlight the need to strengthen the specific skills of education professionals needed to be able to detect potentially dangerous behavior in young people and prevent and combat radicalization. In this context, the European project “DIVE IN – Preventing violent radicalisation among young individuals in Europe by innovative training approaches” 2019-2021, is presented, aimed at the prevention of violent radicalisation in young people through the implementation of a blended learning training course addressed to teachers, educators, social workers.

Highlights

  • 6 Unione Europea (2016): Conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sul ruolo del settore della gioventù in un approccio integrato e intersettoriale per prevenire e combattere la radicalizzazione violenta dei giovani

  • Https://www.rand.org/content/dam/rand/ pubs/research_reports/RR400/RR453/RAND_RR453.pdf; data di ultima consultazione: 10.11.21)

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Summary

I comportamenti antisociali e la radicalizzazione nei giovani

Secondo Erikson (1950, trad. it. 1968) lo sviluppo umano è concepito come una continua ricerca di integrazione tra la maturazione biologica e appartenenza al sistema sociale. Le difficoltà legate al doversi misurare con la costruzione della propria identità, con la costruzione delle relazioni con gli altri, e con la ricerca del proprio posto nel mondo rende gli adolescenti particolarmente vulnerabili, soprattutto se incapaci di affrontare i “compiti di sviluppo” (Ibidem, passim) che li attendono, esponendoli, in alcuni casi, a rischio di devianza e comportamenti antisociali. La possibilità di entrare in contatto con gruppi estremisti è aumentata in maniera esponenziale a causa della pervasività della Rete nella quotidianità degli adolescenti, ciò indica che i giovani estremisti hanno maggiori probabilità di essere arruolati tramite i social media (Gill, Corner, 2015), tuttavia, gli studiosi sostengono che Internet non è una causa della loro radicalizzazione ma agisce come un sostituto di altre forme di comunicazione e interazioni (Von Behr, Reding et al, 2013). L’agire educativo deve quindi richiamare l’attenzione delle comunità su tali emergenze educative per evitare lo stato di alienazione dei giovani e alimentare tessuti emozionali ed affettivi con il risultato di porre argini ai rischi indotti dall’isolamento, familiare e sociale (Traverso, Maragliano, 2019)

Internet come porta verso la radicalizzazione
Conclusioni
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