Abstract

L'articolo attinge alle teorie e ai dibattiti metodologici della geografia critica intorno al tema della crisi abitativa contemporanea per sostenere l'urgenza del passaggio dal lessico dell'emergenza abitativa, prevalente nel contesto italiano, a quello della crisi di abitabilità riletta in termini di spatio-temporal fix. La crisi di abitabilità è qui proposta come il complesso di processi di lungo periodo che rendono alcuni luoghi inabitabili per interi gruppi sociali e coorti generazionali, minandone così la tenuta ontologica in termini di multifunzionalità, identità e sistemi relazionali. L'articolo discute potenzialità e limiti del concetto attraverso le risultanze etnografiche raccolte all'interno delle occupazioni abitative organizzate con il Movimento per il Diritto all'Abitare di Roma.

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