Abstract

Il saggio intende effettuare una lettura intertestuale della poesia di Andrea Zanzotto, evidenziando ed indagando le modalità di introiezione e risemantizzazione dell’opera dantesca. In particolare, la verifica e l’esplorazione del dialogo zanzottiano con la scrittura e la Weltanschauung dell’Alighieri si concentrano sull’analisi intertestuale della raccolta poetica Conglomerati (2009), di cui sono sottolineate tanto le isotopie generali di carattere dantesco quanto le puntuali emergenze di memorie testuali mutuate dalla Commedia.

Highlights

  • The aim of the essay is to offer a new intertextual reading of the poetry of Andrea Zanzotto by underscoring and examining the method of introjection and resemantization of Dante’s works

  • Parliamo di “dialogo” – lettura, e reazione in primis letteraria alla lettura, come dialogo, secondo il paradigma individuato, a partire dalle risultanze soprattutto medievali-rinascimentali, da Lina Bolzoni (2004), pensando nella fattispecie ad una sapiente illuminazione intertestuale di John P

  • Andrea (2011): Tutte le poesie, Milano, Mondadori

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Summary

Introduzione

La fitta e pervasiva azione dantesca nella complessa scrittura di Andrea Zanzotto costituisce un potente elemento euristico additato, oltre che da una lettura attenta del corpus poetico stesso, da alcune dichiarazioni extrapoetiche a parte subiecti, se è vero, per esempio, che, in un colloquio del 2009, al quesito di Niva Lorenzini: «Qual è il tuo “autore di sempre”? Il “miglior fabbro” [Purg. Barański relative all’opportunità di leggere il dantismo nella poesia italiana novecentesca non arrestandosi al rilievo di prelievi lessicali, ma ampliando la percezione all’auscultazione di complanarità anche non lessicalmente esibite, considerazioni fatte proprie, nello specifico zanzottiano, anche da Welle (1992: 35-36), propendiamo qui per un approccio che, pur non rinunciando a individuare specifiche tangenze con specifici loci testuali della Commedia, non pieghi la raccolta del poeta veneto ad una coincidentia speculare eccessiva, mediante l’agnizione di perfette correspondances tra la strutturazione poematico-spaziale dell’opera dantesca e l’ordine consequenziale macrotestuale dei testi lirici del Solighese, bensì enfatizzi i “campi di tensione” di matrice dantesca circolanti nella “corrente” omericamente e zanzottianamente oceanica delle acque poetico-intertestuali che, per così dire, sommuovono i pur programmaticamente rocciosi Conglomerati

Isotopie intertestuali
Emergenze intertestuali
Conclusioni
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