Abstract

Parlare di conflitto trasformativo è possibile solo nel momento in cui si assume che del conflitto è possibile fare un certo uso. Dalla possibilità dell'uso non è tuttavia immediatamente derivabile la legittimità a tale ricorso. Prima di entrare nel merito di queste due problematiche, che rappresentano comunque l'extrema ratio di un problema altrimenti non risolvibile, il saggio propone la ricostruzione in tre tappe del concetto di conflitto trasformativo. La riflessione prende dunque le mosse dal concetto aristotelico di stasis (rivolta), per poi transitare su alcune tesi del sociologo Georg Simmel. L'ultimo passo consisterà nell'esplorare la possibilità di una governance interna al conflitto, da intendersi come garanzia necessaria a non deviare dagli scopi prefissati.

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