Abstract

In questo scritto, attraverso l’analisi di un caso siciliano intendo, da un lato, riflettere intorno ai rapporti tra crisi economico-politica e possibilità di costruzione di pratiche e immaginari politici innovativi; dall’altro vorrei provare ad indagare le complesse contraddizioni che, operando all’interno di una scena politica locale, nazionale e globale disarticolata e conflittuale, hanno interessato un movimento sociale divenuto all’improvviso governo di una città. Avendo presenti alcune recenti analisi della dimensione temporale propria dei movimenti sociali e della conflittualità politica nei sistemi del tardo-capitalismo, vorrei inoltre mostrare l’operare, nella scena politica contemporanea di una città meridionale, di molteplici e asincroni ritmi temporali che la crisi economico istituzionale degli ultimi anni ha reso evidenti, consentendo l’elezione a sindaco di un totale outsider. Più in particolare mi soffermerò sulla tensione tra un tempo che definisco messianico e altre due temporalità, quella “burocratica” e quella “strutturale” che appaiono consustanziali ad una diversa “economia”, legata all’operare della macchina amministrativa.

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