Abstract
Il saggio si dedica a una analisi storica degli impegni progressivi dell’antropologia nello studio del mondo moderno, contemporaneo, riflettendo soprattutto sui rapporti tra la conoscenza antropologica, le forme di potere e l’azione sociale trasformatrice. A partire da una analisi delle responsabilità dell’antropologia nell’età coloniale, viene poi dedicata una specifica attenzione alla nascita e sviluppo di una antropologia “impegnata” (engaged anthropology), con riferimento soprattutto agli Stati Uniti, a partire dalla fine degli anni Settanta del Novecento. Si sviluppa, in particolare, una radicale trasformazione degli oggetti di ricerca (conflitti, violenze, disagi sociali, condizione femminile, guerre, crisi ambientali). Viene poi analizzato il dibattito nato in anni recenti in Italia su un saggio di Fabio Dei, dedicato alle critiche radicali nei confronti dello Stato. Si sostiene che il contributo migliore della “antropologia impegnata” può venire solo da studi e ricerche etnografiche molto intense e di tempi medio-lunghi. Viene dato rilievo agli “impegni-soft” nei quali si crea uno stabile equilibrio tra la ricerca intensa e continua e i frequenti impegni laterali di appoggio alle condizioni sociali delle comunità studiate. Il saggio si conclude con la descrizione di alcuni impegni-soft dell’autore nel corso delle sue ricerche.
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