Abstract

La letteratura cavalleresca è connotata da un immaginario di lunga durata, che acco-muna i testi letterari medievali e rinascimentali e le forme di teatro popolare otto-novecentesche (Opera dei Pupi e cunto). Un tratto ricorrente di questo immaginario è il tema dell’esilio, che porta il cavaliere a scontrarsi con il potere e ad andare in terre lontane. Nella prima parte del lavoro si esamineranno le caratteristiche macroscopiche dell’esilio nell’immaginario cavalleresco, cercando di metterne in evidenza gli elementi di continuità e di innovazione. Nella seconda parte ci si con-centrerà su un caso specifico, la storia di Malaguerra, figlio adottivo di Rinaldo, che Giusto Lodico, nella Storia dei paladini di Francia, ha creato mescolando testi e ingredienti tradizionali e che ha conosciuto nuova vita nei copioni e negli spettacoli dell’Opera dei Pupi: un caso particolarmente rappresentativo per osservare la mescolanza di tradizione e innovazione nell’esilio cavalleresco.

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