Abstract

Riassunto Vengono esaminati i nodi traumatici connessi alla migrazione e allo sradicamento soprattutto nelle situazioni adolescenziali. In particolare vengono analizzate le memorie traumatiche e le trasformazioni dei vissuti corporei nei transiti migratori. Infine una particolare attenzione è dedicata alle complesse dinamiche relazionali che si stabiliscono nei centri di accoglienza dove spesso gli operatori si ritrovano a ‘raccogliere’ nelle loro menti gli elementi traumatici insostenibili che i migranti portano con sé.

Highlights

  • The article examines traumatic nodes related to migration and rootlessness, especially in adolescent situations

  • Particular attention is given to the complex relational dynamics that are established in accommodation centers where operators are often “collecting” in their minds unsustainable traumatic elements that immigrants bring with them

  • E’ arrivata in un paesino italiano attraverso la rotta libico-centrafricana, proveniente dalla Nigeria, ha un’età in un certo senso indefinibile: è una ragazzina, 16 anni dichiarati, se la guardi profondamente negli occhi sembra ancora a tutti gli effetti una bambina, una bambina sperduta, se la vedi muoversi tra le stanze del centro di accoglienza sembra una donna fatta, esperta, a tratti decisamente prepotente che sa come farsi rispettare, se provi a parlarle spesso ti ride in faccia, misto di sfida, di angosciosa impossibilità di raggiungerla, di terribile sfiducia, poi all’improvviso quando meno te l’aspetti fa irruzione qualcosa, una frase, un gesto, un’immagine il cui statuto psichico è tutto da decifrare, letteralmente da ri-collocare in una mente, in un apparato psichico, elementare e fondamentale apparato simbolizzante

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Summary

Introduction

Tutto il peso culturale nella ‘vicenda adolescente’ è ben evidenziato proprio dal fatto che l’adolescenza come ‘tempo critico’ costituisce una esperienza specifica del contesto culturale moderno occidentale, fino a diventare addirittura cifra specifica del postmoderno e delle sue forme psicoantropologiche ‘liquide’ (Bauman, 2002, 2006), mentre si tratta di un tempo sostanzialmente sconosciuto ad altri contesti culturali, soprattutto a quelli extraoccidentali, o di una esperienza alla quale da pochissimo questi stessi contesti si stanno affacciando, con ricadute estremamente complesse sia sul piano dei tragitti individuali che sul piano delle dinamiche collettive.

Results
Conclusion

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