Abstract
In questo articolo si analizzano le tracce che l’emigrazione dall’Italia tra Otto e Novecento ha lasciato nei racconti popolari presenti in varie raccolte folkloriche e letterarie, mostrando come la distinzione in uso tra i diversi generi dell’oralità (fiaba, aneddoto, storia di vita, ecc.) non permetta a volte di percepire la creatività di narratori e narratrici orali, che nelle loro storie intessono i fili della realtà, del ricordo e del desiderio nella trama di tipi narrativi del patrimonio tradizionale e folklorico, facendo fronte in molti casi a situazioni traumatiche o dolorose per il singolo e/o per la comunità.
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