Abstract

Il Trattato di Torino, firmato il 24 marzo del 1860 da Vittorio Emanuele II, sancì la cessione delle province di Nizza e della Savoia alla Francia. Fu l’epilogo di una proposta intavolata con gli accordi di Plombières nel luglio 1858 e ufficializzata, con alcune modifiche, per mezzo del trattato di alleanza sardo-francese nel gennaio 1859. Come è noto, l’alleanza stabiliva l’aiuto militare della Francia al Piemonte in caso di aggressione austriaca, un aiuto di cui Nizza e la Savoia avrebbero rappresentato la contropartita. L’armistizio di Villafranca nel luglio 1859, con il mancato accorpamento del Veneto austriaco al Regno di Sardegna, fece sì che l’imperatore francese Napoleone III rinunciasse momentaneamente alle sue pretese territoriali; quando però, in seguito all’insediamento del nuovo governo avvenuto il 21 gennaio 1860, Cavour riprese in mano il corso della politica sabauda, fu chiaro a tutti che l’annessione degli Stati Centrali aveva un prezzo ineludibile: la rinuncia alla provincia di Nizza e alla Savoia. Si giunse così, in meno di due mesi, alla stesura del Trattato di Torino, che fu diffuso ufficialmente solo il 1° aprile. Nei territori sabaudi, ormai occupati dalle truppe francesi, che in accordo con i piemontesi avevano iniziato a oltrepassare i confini già dal 24 marzo, il 15-16 aprile del 1860 a Nizza e il 22-23 in Savoia si svolsero i plebisciti che confermarono con “percentuali bulgare” (sicuramente da ridimensionare visto i torbidi e il clima di pressione in cui avvennero le consultazioni) le decisioni dei governi.

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