Abstract

L’articolo affronta il tema del conflitto il cui concetto ha diviso e unito nei secoli vari intellettuali. Niccolò Machiavelli lo definisce come un momento necessario di crescita, si potrebbe dire che lo consideri come uno strumento di libertà. Egli porta ad esempio la Repubblica romana nella cui società si consumava il ‘conflitto’ tra patrizi e plebei (Discorsi, libro I, cap. IV). Altri intellettuali, quali Girolamo Savonarola, Erasmo da Rotterdam, Etienne de La Boétie, Francesco Guicciardini, Thomas More, Baldassarre Castiglione, il “Machiavelli polacco” Krzysztof Warszewicki, affrontano l’argomento del conflitto, attribuendogli un significato diverso che sarà analizzato nel lavoro. La riflessione, quindi, si concentra su un significato più ampio del termine conflitto: oggi bisognerebbe confrontarsi con chi conferisce a questo termine un’accezione negativa e con chi riesce a scorgerne un significato più profondo che nasconde in sé il germe della democrazia e della libertà.

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