Abstract

[it] L’Ecloga VII di Virgilio, giudicata da Servio paene tota Theocriti, è in realtà un componimento ricco di spunti originali, entro il quale Teocrito è citato come termine di confronto: in tal modo il poeta latino può affermare e sottolineare la novità della propria produzione bucolica, debitrice di altri modelli, anche attinti dal panorama culturale contemporaneo.

Highlights

  • Vergil’s Eclogue VII, judged paene tota Theocriti by Servius, is instead a poem rich of original features, in which Theocritus is a basis for further comparisons

  • Altre spinte e altre suggestioni, anch’esse opportunamente rimeditate e dichiarate, agiscono però nel testo complesso dell’Ecloga VII, che alla luce di questa più ampia consapevolezza e della ricerca più scrupolosa anche in questa direzione appare al lettore attento un vero gioiello della raccolta bucolica, ma anche un documento importante del variegato panorama culturale e dell’ampio dibattito letterario dell’epoca in cui il liber virgiliano vide la luce

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Summary

Introduction

Vergil’s Eclogue VII, judged paene tota Theocriti by Servius, is instead a poem rich of original features, in which Theocritus is a basis for further comparisons. L’impostazione del discorso come confronto con Teocrito è d’altronde resa evidente fin dall’inizio dalla citazione dei due idilli, il VI e l’VIII, contaminati tra loro, che anticipano il tema della gara poetica, ma anche, forse, il tono non antagonistico né ostile dell’atteggiamento di Virgilio verso i suoi interlocutori ideali.

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