Abstract
This article examines the outcome of the regional election held in Sicily on November 5, 2017. It was a victory for the center-right, which returns to power in the Region after the problematic term of the center-left president incumbent Rosario Crocetta. The center-right winner, Nello Musumeci, backed by a wide coalition but more right-oriented than in the past, has to be explained, on the one hand, with the low turnout - abstension reaching 53% - and, on the other hand, with the consolidation of the anti-establishment and protest movement Five Stars Movement (M5S) - which in 2017 increased its consensus of 12 percentage points to 2012 and remained the single biggest party in the Sicily's assembly. The election results show a polarization both in the government of the Region and in the opposition and a strong personalization of the electoral competition - this latter being a typical aspect of the elections in Sicily, whose evidence concerning this election's candidates is discussed in the article.
Highlights
This article examines the outcome of the regional election held in Sicily on November 5, 2017
Il primo periodo della legislatura è stato caratterizzato dal profilo tecnico della giunta regionale malgrado le pressioni dei partiti della coalizione e i primi avvicendamenti in giunta dovuti alle dimissioni di alcuni suoi componenti
Dalla nomina del primo governo Crocetta del 2012 è possibile contare almeno tre rimpasti di governo che di fatto hanno visto modificata strutturalmente la composizione della maggioranza di governo in relazione ai mutamenti del quadro politico regionale e nazionale
Summary
La XVI legislatura consegna agli elettori siciliani chiamati a votare il 5 novembre 2017 per l’elezione del Presidente della Regione e per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) una situazione politica molto delicata nella quale si ripropongono (quasi paradossalmente) alcuni temi ed alcune questioni a cui i governi presieduti da Rosario Crocetta non sono stati in grado di trovare soluzione, nonostante le aspettative e i buoni propositi. A poco è servito l’effetto traino della leadership di Crocetta, dimostrata dal risultato elettorale sulla coalizione di centrosinistra, a cui si aggiungono le vicende politiche che hanno attraversato l’Udc – azionista di maggioranza della coalizione – che nonostante il forte radicamento in Sicilia si è trovato in una condizione di difficoltà e di logoramento come sarà successivamente evidenziato dalle elezioni politiche del 2013 e dall’uscita dalla giunta Crocetta nel settembre 2016 (Azzolina, 2013). Ad uscirne ridimensionato è il ruolo dei tecnici e degli esperti a cui ha fatto da contraltare il riconoscimento in giunta dell’appoggio dei gruppi parlamentari venuti a sostegno della maggioranza: Sicilia Futura e Ncd. La parte finale della legislatura, infine, è segnata dall’uscita dalla maggioranza di governo dell’Udc. Essa costituisce il fatto politico più rilevante dopo la scelta coraggiosa del 2012 quando si era collocata organicamente nel raggruppamento di centrosinistra a sostegno di Crocetta, rappresentandone (forse) la principale novità politica. Prima delle considerazioni conclusive, daremo conto della composizione della nuova Assemblea regionale siciliana e del nuovo governo presieduto da Nello Musumeci
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