Abstract
Review of elections in Italy, EP election of 26 May 2019
Highlights
Dal 23 al 26 maggio i cittadini dei 28 paesi membri dell’Unione Europea sono stati chiamati al voto per rinnovare il Parlamento Europeo dopo cinque anni dall’ultima consultazione elettorale
Da sempre la partecipazione elettorale nelle elezioni per il Parlamento Europeo (PE) è stata relativamente bassa se comparata con quella registrata nelle singole elezioni generali nazionali
I flussi in uscita dal Movimento ci dicono che una quota di elettori del Movimento 5 Stelle (M5S) che ruota intorno al 20% si è spostata verso la Lega
Summary
Dal 23 al 26 maggio i cittadini dei 28 paesi membri dell’Unione Europea sono stati chiamati al voto per rinnovare il Parlamento Europeo dopo cinque anni dall’ultima consultazione elettorale. Alla vigilia dell’appuntamento elettorale si pensava che il risultato del voto potesse essere in qualche modo sconvolgente per gli equilibri istituzionali dell’Unione, in conseguenza dell’ascesa di quei partiti cosiddetti challenger o anti-establishment (Abedi, 2004) che ormai da anni sfidano l’establishment politico Europeo. Il successo della Lega ha avuto almeno una doppia implicazione: da un lato, il partito si è affermato come il partito di riferimento europeo per la compagine eurocritica ed euroscettica; dall’altra, gli equilibri interni al governo “gialloverde” sono stati completamente rovesciati rispetto al voto del 4 marzo 2018. L’articolo è così organizzato: nel secondo paragrafo guarderemo al sistema elettorale per le elezioni europee con un focus specifico sul voto in Italia; nel terzo ci soffermeremo sulla partecipazione elettorale, valutando i potenziali effetti del turnout sul voto; nel quarto guarderemo al dettaglio dei risultati elettorali in Italia riflettendo sulle implicazioni del voto; infine, verranno presentate alcune considerazioni relative ai possibili scenari futuri
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