Abstract

Il presente contributo si propone di approfondire, sulla scia di studi già personalmente condotti, ulteriori sfaccettature di un epillio tardo-bizantino poco noto (Michele Coniata, Theanó), eppure estremamente interessante sia sotto il profilo letterario che sotto quello più latamente culturale. In particolar modo ci soffermeremo su due sezioni del poema, ovvero il proemio e la rivelazione ispirata della (neo)pitagorica Theanó, annunciata, non a caso, fin dal principio del poemetto. Per esigenze di accessibilità al testo e alla traduzione da noi fornita, i versi presi in esame sono riportati come appendice al presente contributo.

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