Abstract
La riflessione ratzingeriana sull’ermeneutica biblica può essere affrontata con diversi approcci; se ne richiamano tre: un approccio ironico, uno di taglio biografico e un altro di tipo contenutistico. L’approccio qui privilegiato è il terzo e l’attenzione si concentra sul confronto, più volte ripreso e svolto da Ratzinger, fra il metodo storico-critico e l’esigenza di una sua integrazione con la dimensione più specificamente teologica dell’esegesi. In diverse occasioni, Ratzinger traccia una “storia degli effetti” del metodo storico attenta anche ai suoi aspetti problematici. Alla luce di tale storia, il metodo storico-critico, che rimane comunque imprescindibile, risulta anche insufficiente. Un’attenta considerazione dei suoi limiti spinge verso una “autocritica del metodo”, una “critica della critica”, che evidenzi il tipo di rapport fede-ragione implicato e i presupposti filosofici (la svolta filosofica compiuta da Kant). Il ripensamento dell’ermeneutica biblica nell’integralità delle sue dimensioni (sul filo di quanto proposto nel n. 12 della Dei Verbum) chiede un’adeguata considerazione dello spessore specificamente teologico della stessa. Tale considerazione comporta, tra l’altro, attenzione al legame della Scrittura con la Tradizione e al suo rapporto con la Chiesa. In conclusione, vengono indicate tre direzioni di ricerca, all’interno della teologia di Ratzinger e al di là dei suoi confini, per riprendere, prolungare e approfondire qualche spunto emerso dalla riflessione ratzingeriana sulla problematica in questione.
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